Wednesday, September 19, 2007

L'uso inadeguato o strumentale dei sondaggi

Una democrazia partecipativa, può e deve utilizzare in modo attento strumenti per valutare i sentimenti dell'opinione pubblica, quando si valutano provvedimenti legislativi e decisioni che interessino gli aspetti fondamentali dell'uomo e della società, come la dignità stessa dell'individuo, i limiti della ricerca, la religione e, più in generale, l'etica condivisa dai cittadini.

Strumenti come i sondaggi, che però difettano spesso di attendibilità, e si prestano troppo ad interpretazioni errate o distorte, usi inadeguati o anche strumentali.

Proprio in Gran Bretagna, come evidenziato da Maria Luisa Di Pietro (v. link) e da Adriano Pessina (v. link) e come sottolinea un articolo di Korazym, la decisione “è stata sottoposta ad un sondaggio per indagare la predisposizione della popolazione ad accettare o ad avversare la proposta.”

Un procedimento democratico, se non fosse stato non attendibile, per “il grado di preparazione a partire dal quale gli intervistati hanno dato il proprio parere sulla vicenda”, e che rischierebbe di iniziare una pericolosa “etica della maggioranza”, lasciando ai numeri e alle percentuali le decisioni su aspetti che concernono la “vita umana nella sua essenza” e che, prosegue l'articolo, devono essere indipendenti “da ogni volere e da ogni opinione”.

Pericolosi nel formare l'opinione pubblica, aggiungiamo noi, possono essere anche sondaggi “estemporanei”, organizzati da emittenti televisive e siti web, se non si specifica inequivocabilmente agli spettatori o ai visitatori del sito che si tratta di iniziative senza alcun valore scientifico, dirette a un pubblico limitato e quasi certamente con specifici profili socio-psicologici, non rappresentative della popolazione italiana.

PC