Tuesday, June 17, 2008

José María Simón de Castellvi (FIAMC) : le basi comuni di una Bioetica condivisa

In un interessante intervento pubblicato da Zenit nei giorni scorsi, il Dr. José María Simón de Castellvi, Presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche (FIAMC), osserva come sia tuttora difficile ipotizzare “un codice di bioetica valido per tutta l'umanità e accettato dalla grande maggioranza”.

Tale situazione è dovuta in parte alle “differenze che ci sono tra gli uomini che lavorano nel campo della bioetica”, in parte al fatto che “non esiste neanche un accordo per definire quali sono i limiti della propria Bioetica”, né di tutte le “discipline e scienze che sono sorte intorno della stessa”, come ad esempio la “Bio-giustizia (prof.ssa Vilacoro)”.

Partendo da questi presupposti, il Presidente della FIAMC analizza alcuni dei principi basilari di etica e bioetica, comuni a tutti gli esseri umani.
Ad esempio la concezione universale dei Diritti Umani, “codificati” nella loro essenza dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948, e che “non si sono creati ex novo, ossia dal nulla, ma rispondono a una tradizione secolare”, che “si addentra nella profondità dei tempi della Storia”.

Diritti che sembrano così connaturati agli esseri umani, da pensare possibile “che la sostanza dei Diritti Umani sia più profonda ossia che si incontri nei geni, e si può chiamare legge naturale.”

Una “legge naturale morale” che coincide con “la capacità della ragione umana di conoscere e aderire alla verità” e con la quale nessun professionista è tenuto a confrontarsi come i medici; perchè, spiega, “anche quando la legge naturale non coincide esattamente con le leggi biologiche, sappiamo che se facciamo errori di comprensione i nostri pazienti staranno male”. Una legge “introdotta da Dio nella natura” e che “ha avuto un antecedente nel linguaggio umano”, ovvero nei Dieci Comandamenti.

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Zenit