Friday, September 21, 2007

Disinformazione, e tentativi di giustificazione, morale e filosofica, sull'eutanasia neonatale e pratiche quali la partial birth abortion

Pubblichiamo una parte di una intervista Zenit a Carlo Valerio Bellieni, Neonatologo, Dirigente del Dipartimento Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Universitario "Le Scotte" di Siena.

Bellieni interverrà a novembre al Congresso Internazionale STOQ “Ontogeny and Human Life” (
link), con un intervento su “L’ambiente della fecondazione: conseguenze a lungo termine”

Il Congresso si svolgerà presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, dal 15 al 17 novembre. (
link programma)

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Il dibattito sui cosiddetti “embrioni chimera”, gli embrioni ibridi umano-bovino, per i quali in Gran Bretagna è stata autorizzata la sperimentazione, ha messo un po' in secondo piano, sulla scena mediatica, altri aspetti inaccettabili e a dir poco preoccupanti, per la difesa della vita, della ricerca e della pratica medica.

Si discute da tempo ormai o si praticano persino forme di eutanasia neonatale, di partial birth abortion, pratiche che non solo ripugnano alle nostre coscienze, ma che sono anche frutto e strumenti di evidenti tentazioni eugenetiche.
Per Bellieni, assistiamo ad una costante disinformazione su questi argomenti, tentativi pretestuosi di giustificazione.

“Da una parte non si vuole riconoscere che il feto sia una persona. E tra un po' non si vorrà nemmeno riconoscere che il bambino è una persona.”
Il tentativo di “tenere questi stadi della vita ad un livello di serie b,”, è finalizzato a “giustificare l'interruzione di gravidanza, l'interruzione delle cure del neonato, depenalizzare l'infanticidio, etc. .”

Si cercano quindi “pretesti, basi filosofiche, che però ovviamente non si trovano” , perchè vengono presentate affermazioni “che cozzano contro lo stesso buon senso, contro la realtà.”

Siamo quindi al paradosso, conclude Bellieni, di muoverci verso i rischi di un futuro tragico, che però sembra più un ritorno al passato, al diritto di vita e di morte del pater familias nell'antichità (o peggio).

Al paradosso per cui ci si scandalizza quando i media ci mostrano un bambino morto, al lato della strada, e non si considerano allo stesso modo gli infanticidi commessi con eutanasia, partial birth abortion, etc.

Mentre, come dichiarava il Papa l'anno scorso a febbraio (2006), alla Pontificia Accademia per la Vita “Dio ama allo stesso modo l'embrione e l'adulto”, non c'è differenza negli stadi della vita .

Ed oltre all'imperativo morale di difendere la vita, che sia di un adulto, di un bambino, di un embrione, appare evidente che nessuno sia in grado di spiegare cosa differenzi l'embrione, il feto, il bambino dopo la nascita, e ci si dimentica che è stato proprio grazie all'esigenza di difendere la vita, che la ricerca ha progredito finora: “Negli anni '60, il 90% dei bambini nati con un peso inferiore al chilo, moriva; adesso il 90% dei neonati di peso inferiore al chilo sopravvive.” “Se allora avessimo fatto ciò che vorrebbero farci fare, oggi, cioè dire che rianimare i bambini che hanno soltanto il 10% di probabilità di vivere, è accanimento terapeutico, la ricerca scientifica sarebbe morta.”

Invece, spiega Bellieni, non solo è progredita, ribaltando le proporzioni tra mortalità e sopravvivenza, ma oggi “tutti questi bambini nati sotto il chilo di peso (sono tantissimi), sono sopravvissuti, e molti stanno benissimo; non fosse stato così, oggi non ci sarebbero, e i loro genitori non sarebbero diventati genitori.”

Wednesday, September 19, 2007

L'uso inadeguato o strumentale dei sondaggi

Una democrazia partecipativa, può e deve utilizzare in modo attento strumenti per valutare i sentimenti dell'opinione pubblica, quando si valutano provvedimenti legislativi e decisioni che interessino gli aspetti fondamentali dell'uomo e della società, come la dignità stessa dell'individuo, i limiti della ricerca, la religione e, più in generale, l'etica condivisa dai cittadini.

Strumenti come i sondaggi, che però difettano spesso di attendibilità, e si prestano troppo ad interpretazioni errate o distorte, usi inadeguati o anche strumentali.

Proprio in Gran Bretagna, come evidenziato da Maria Luisa Di Pietro (v. link) e da Adriano Pessina (v. link) e come sottolinea un articolo di Korazym, la decisione “è stata sottoposta ad un sondaggio per indagare la predisposizione della popolazione ad accettare o ad avversare la proposta.”

Un procedimento democratico, se non fosse stato non attendibile, per “il grado di preparazione a partire dal quale gli intervistati hanno dato il proprio parere sulla vicenda”, e che rischierebbe di iniziare una pericolosa “etica della maggioranza”, lasciando ai numeri e alle percentuali le decisioni su aspetti che concernono la “vita umana nella sua essenza” e che, prosegue l'articolo, devono essere indipendenti “da ogni volere e da ogni opinione”.

Pericolosi nel formare l'opinione pubblica, aggiungiamo noi, possono essere anche sondaggi “estemporanei”, organizzati da emittenti televisive e siti web, se non si specifica inequivocabilmente agli spettatori o ai visitatori del sito che si tratta di iniziative senza alcun valore scientifico, dirette a un pubblico limitato e quasi certamente con specifici profili socio-psicologici, non rappresentative della popolazione italiana.

PC

Thursday, September 13, 2007

Embrioni Chimera. La Gran Bretagna autorizza la sperimentazione. Reazioni, critiche e alcune osservazioni di comunicazione

Nei giorni scorsi, in Gran Bretagna, l' HFEA, l'Autorità per la fertilizzazione e l'embriologia, ha autorizzato la ricerca sui cosiddetti “embrioni chimera”, embrioni in cui Dna umano viene in ovociti di mucca, privati del loro nucleo.

Le reazioni



Mons. Elio Sgreccia: un “atto mostruoso contro la dignità umana”


Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Mons. Elio Sgreccia, ha definito la decisione un “atto mostruoso contro la dignità umana”, ed ha affermato la necessità “che la comunità scientifica si mobiliti quanto prima.
Riteniamo che anche questo governo britannico abbia ceduto di fronte alle richieste di un gruppo di scienziati certamente contro la morale”.


Il Centro d'Ateneo di Bioetica dell'Università Cattolica di Milano condanna la sperimentazione, e critica l'uso demagogico dei sondaggi

Dure anche le parole del professor Adriano Pessina, Direttore del Centro d'Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano: “Queste novità segnano un pesante regresso rispetto ai criteri che dovrebbero governare le scelte pubbliche, l’etica della ricerca scientifica e il rispetto della dignità umana”. Per Pessina è anche “particolarmente grave e demagogico” l'uso del sondaggio (v. anche dopo) tra i cittadini inglesi, che, per motivazioni anche di tipo economico, avrebbero approvato e sostenuto la sperimentazione.

Anche il modo in cui tale sperimentazione è stata presentata, garantendo che gli embrioni ibridi verranno sempre distrutti, entro i 15 giorni di vita, è per il professore un modo di ammettere “implicitamente che ciò che viene generato non si sa propriamente a che specie appartenga, e quindi non si sa propriamente chi potrebbe continuarne la gestazione e il parto”. Pessina conclude con l'augurio che “la valutazione non si limiti alla considerazione dei soli aspetti scientifici e procedurali, ma sappia ridare peso alla dimensione etica ed antropologica in essa implicata”

Link Radio Vaticana


Il prof. Francesco D'Agostino: “i formidabili interessi economici che si nascondono dietro questo tipo di decisioni, possono finire per inquinare la bioetica”

Il Prof. Francesco D'Agostino, Ordinario di Filosofia del Diritto e Presidente onorario del Comitato nazionale di Bioetica, ha contestualizzato la decisione britannica agli aspetti pratici, sottolineando quanto siano grandi gli interessi economici dietro le ricerche genetiche, e quindi anche questo tipo di ricerca in particolare, e come essi, trascurando le possibili implicazioni morali, spingano ad oltrepassare limiti accettati, rischiando di “inquinare” la stessa “bioetica, che in realtá dovrebbe essere sempre difesa da queste forme di ipocrisia”.


Maria Luisa di Pietro: una ricerca inutile e rischiosa, un sondaggio non può giustificarla


Il Presidente del Comitato Scienza e Vita, Maria Luisa Di Pietro, Docente di Bioetica alla Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica, ha affermato il proprio stupore per la decisione britannica, e ha stigmatizzato l'utilizzo di un sondaggio effettuato tra la popolazione (v. dopo), per giustificarla; ha anche sottolineato come queste ricerche portino a risultati scientifici non attendibili, e pericolosi: “Si studierebbe una realtà embrionale profondamente alterata, composta da Dna umana e Dna animale, cellule non esistenti in natura, con il rischio del superamento delle barriere tra specie umana e specie animale”.


Angelo Vescovi: una aberrazione inutile


Intervistato da Repubblica, Angelo Vescovi, ricercatore del San Raffaele e dell'Università Milano-Bicocca, nega la validità scientifica di queste ricerche:
“Avremo un embrione ibrido che parla la lingua degli uomini ma è alimentato da una centrale energetica che parla la lingua delle mucche. Mi sembra una complicazione assurda, un'aberrazione”.
“Perchè – prosegue - fare tanta fatica e affrontare tanti problemi per ottenere un modello fallace proprio alle sue fondamenta?».
Per Vescovi “esistono invece strade più promettenti per raggiungere lo stesso obiettivo”, come quelle seguite da “un gruppo di ricercatori giapponesi che ha già dimostrato la serietà dei suoi studi”.

Fonti:
ANSA - Il Sole 24 Ore – Repubblica – Radio VaticanaGazzetta di Sondrio


PC

“La grande bugia sugli ibridi”

Un articolo di Don Michele Aramini su Avvenire

Per Aramini, corriamo il rischio che divenga realtà la battuta, “che circola da lungo tempo in America”, secondo cui “la bio-etica è quella scienza che dà il permesso di fare ciò che nei laboratori si sta già facendo”. Il rischio cioè è che anziché porre e sostenere principi etici nella ricerca, e fissare i limiti da non oltrepassare, si rincorra ciò che la scienza propone come possibile, o anche ciò che i media, o 'l'opinione pubblica' definiscano desiderabile, o semplicemente accettabile, in cambio di presunti vantaggi per la salute e per il progresso umano “quasi che in nome della terapia – scrive Aramini - si possa accettare di tutto e smettere di farsi domande morali, anche le più ovvie ed essenziali.”

Per Aramini, è anche concettualmente errato parlare di chimere, quanto di “clonazione ibrida, che produce un organismo nel quale tutte le cellule sono 'originali', nel senso che non appartengono né all’uomo né all’animale”. La Chimera è “concettualmente diversa - prosegue. “Se la chimera fosse prodotta, avremmo un essere fatto come un collage, un organismo composto da alcune parti umane e da altre parti animali.”

La conseguenza è ad esempio “che le cellule nervose dell’ibrido non sono uguali a quelle dell’uomo” e che perciò “il loro studio è irrilevante ai fini delle patologie che si vorrebbero curare” ed è “invalido in partenza”. Perchè quindi autorizzare e finanziare ricerche del genere ?

Per Aramini “la Gran Bretagna è entrata ormai da molto tempo nella logica di una ricerca scientifica che non accetta nessun limite di carattere etico”, e i cui obiettivi reali sono “mantenere ai laboratori inglesi una sorta di leadership nell’ambito della ricerca” per i possibili ritorni economici. Per questo, si creano e si utilizzano mezzi mediatici, si percorrono “vie che facciano scalpore, anche se scientificamente infondate”, accettando di “travolgere la dignità umana e dire qualche bugia al grande pubblico”.

Link
Avvenire

PC