Thursday, November 30, 2006

In Argentina i Vescovi Cattolici affermano la incostituzionalità delle RU486

E chiedono che il disegno di legge che ne autorizza la vendita e la distribuzione gratuita venga archiviato.

La cosiddetta "pillola del giorno dopo", per le proprie caratteristiche e azioni, è un "farmaco che attenta contro la vita umana, che la Costituzione Nazionale considera inviolabile fin dal momento del concepimento”.

Link articolo ZENIT

Wednesday, November 29, 2006

Speranze per le cellule staminali da ricci di mare e stelle marine

Una ricerca del CNR ha stabilito che, grazie a cellule staminali prelevate da ricci di mare, potrebbe essere possibile curare patologia quali la distrofia muscolare ed il morbo di Huntington.

Link Repubblica

Monday, November 27, 2006

Il Dottor Carlo Bellieni parla di eutanasia su Zenit

I medici di fronte all’eutanasia

"Il primo problema etico riguardo l’eutanasia, è considerare davvero tutti i fattori in gioco, per non limitarsi a giudicare teorizzando e astraendosi dal problema. Questo non è possibile per chi lavora tutti i giorni a fianco del dolore e della morte: per quanto vogliano censurare le domande ultime e il senso della vita e della sua prosecuzione, i medici sono continuamente assillati dalla fatica di rispondere al “perché” del loro lavoro. " ...
Il dottor Carlo Valerio Bellieni, Dirigente del Dipartimento Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Universitario "Le Scotte" di Siena, interviene nella rubrica di Bioetica oggi e la prossima domenica.

Link ZENIT

Sunday, November 26, 2006

Una settimana di incontri contro l'eutanasia

Il 28 novembre, con un convegno a Firenze organizzato dall'Associazione Scienza e Vita, si apre ufficialmente una settimana di incontri in tutta Italia contro l'eutanasia.

Link SCIENZA E VITA
Link articolo ZENIT

Wednesday, November 15, 2006

Chiesa Cattolica fortemente critica verso la Chiesa Anglicana sull'eutanasia sui neonati malformati

Sulla scia del "suggerimento" del Royal College of Obstetrician and Ginaecology, che ha invitato i propri associati a valutare l'ipotesi di eutanasia su neonati gravemente malati o malformati, la Chiesa Anglicana sembrerebbe ammettere che in taluni casi potrebbe essere ammissibile.
Il vescovo di Southwark avrebbe dichiarato che "esistono dei casi in cui il diritto alla vita, per un neonato prematuro, con gravissime malformazioni, puo' essere superato dalla compassione cristiana".

La Chiesa Cattolica ha espresso la prova ferma disapprovazione; il Cardinale Javier Lozano Barragan, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, in una intervista ad APCOM ha confermato che "in nessuna condizione è ammessa l'eutanasia"


Analoghe posizioni sono state confermate, in questi giorni, dalla, la Chiesa Ebraica e da quella Islamica.

Link nel titolo ad articolo de Il Giornale:

Il no all’eutanasia per i neonati unisce cattolici, ebrei e islamici

Saturday, November 11, 2006

Scienza ed etica: quale risposta alla domanda di senso e di limite?

Giovedi 9 novembre si è svolta la lezione inaugurale del Master di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

Di seguito pubblichiamo introduzione del discorso della professoressa Maria Luisa Di Pietro, Presidente dell'Associazione “Scienza & Vita, e link al testo completo, su Zenit.

"In un recente romanzo di Robert Cook, Cromosoma 6, si si narra la storia di un ricercatore - Kevin - che crea, modificando un segmento del braccio corto del cromosoma 6, animali transgenici e compatibili con il soggetto da cui derivano i geni.
Gli animali, le scimmie bonobo, divengono così serbatoi di organi per xenotrapianti, esenti da rigetto. Il ritrovamento di un cadavere orribilmente mutilato di un boss della malavita e la successiva autopsia, che rivela un inspiegabile intervento di trapianto di fegato, portano alla luce loschi traffici: agli interessi economici e di potere di chi gestisce l’affare, si incrocia il timore del ricercatore di essere andato “oltre” con le sue manipolazioni genetiche, creando una razza di bonobi umanizzati.
Leggiamo - a questo proposito - il dialogo tra Kevin e Jack, che chiede chiarimenti sulla ricerca del primo" ... segue > link


Link Master Bioetica

Link Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

Nuovi test preimpianto sugli embrioni

E' stato da poco pubblicato un articolo sulla nota rivista Nature [1] nel quale vengono riportate alcune interessanti scoperte scientifiche nel campo della fecondazione assistita. Per chi non avesse modo o tempo di leggere l’articolo in questione forniamo qui di seguito un breve sunto per poi proporre alcune considerazioni di carattere (bio)etico.
Sulle pagine di Nature si torna a parlare di fecondazione in vitro.
La chiusura del convegno della American Society for Reproductive Medicine che si è celebrato alla fine dello scorso ottobre, sembra avere segnato un nuovo traguardo nelle tecniche di riproduzione assistita.
In sostanza sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo, visto che la stessa Autrice ci informa che questa notizia proviene da alcuni studi preliminari) che gli embrioni fecondati in vitro con un maggior grado di vitalità producano (e dunque rilascino nel brodo in cui vengono prodotti e sostentati) alcune proteine o metaboliti.
È evidente che la possibilità di rintracciare queste sostanze porrebbe gli operatori di IVF in grado di bypassare l’esame visivo degli embrioni prodotti (che certamente richiede una notevole esperienza) e dichiarare impiantabile un numero più realistico di embrioni. Questo, secondo i Ricercatori, innalzerebbe certamente la percentuale di impianti, addirittura ipotizzando un “70% di accuratezza” in più sulla scelta dell’embrione da impiantare.
Il che, preme sottolinearlo, non significherebbe passare dal (già ottimistico) 40% di gravidanze attuale (così riporta l’articolo) ad un 70%, ma semplicemente fornire al Medico o all’Operatore un qualche elemento oggettivo/quantitativo per stabilire le probabilità di impianto di un determinato embrione.
A onor del vero la ricerca di queste proteine non riguarderebbe soltanto gli embrioni, ma alcuni avrebbero individuato nel cumulo ooforo (cellule che costituiscono una sorta di “protezione” attorno all’ovocita) alcune proteine che potrebbero fornire parametri utili per valutare le possibilità di impianto dell’embrione che da questo ovocita nascesse.
Ma, ancora una volta ad onore del vero, si riporta di un gruppo di Ricercatori che, oltre alle sostanze indicatrici delle possibilità di impianto, stanno cercando metaboliti o proteine indicatrici di difetti genetici o cromosomici (ad es. la trisomia 21).
La buona notizia sarebbe, per l’Autrice dell’articolo, che non sarà più necessario estrarre cellule dall’embrione per procedere a Diagnosi Pre Impianto (PGD). Questo, sempre secondo l’Autrice, potrebbe porre fine alle diatribe etiche sulla PGD, garantendo l’integrità fisica (e dunque la vitalità) dell’embrione.

La cattiva notizia è che le cattive notizie insite in questo articolo sembrano sfuggire all’Autrice stessa. Nell’abbagliante luce di un nuovo passo in avanti dell’inarrestabile progresso scientifico, sembrano essere invisibili alcuni “particolari” che, invece, dovrebbero fondare tutto il discorso. Mi permetto, quindi, di segnalarne alcuni.

Innanzitutto è necessario rilevare come, compiuto un passo avanti, le tecniche precedentemente usate si rivelino improvvisamente approssimative e pericolose. Dall’esame visivo della vitalità degli embrioni (e noi che pensavamo che vi fossero parametri ben più alti per stabilire a chi verrà data una probabilità di continuare a vivere e chi verrà “conservato” in azoto liquido o peggio gettato in un lavandino di laboratorio…) al prelievo di una cellula per la PGD, tutto sembra ormai preistorico.
Si scopre, tra le righe, che questo prelievo potrebbe veramente avere dei rischi per l’embrione… eppure fino ad oggi (o meglio, prima del Convegno americano) chi sollevava questo tipo di obiezioni era tacciato di oscurantismo. Ma ormai esiste un altro modo, e quindi, pericolo o no, dobbiamo essere tranquilli. Sarebbe bene ricordarsi di questo atteggiamento già da ora, nel momento in cui si presenta una nuova tecnica che (per il semplice fatto di essere “nuova”) viene percepita totalmente sicura ed affidabile: non erano nuove anche le precedenti metodiche di PGD?

Ma la PGD altro non è che uno tra gli strumenti per raggiungere un obiettivo. Quale, dunque, l’obiettivo? Avere un figlio sano. Criticabile? No. Condivisibile? Assolutamente sì.
Come mai, allora, molti (e non solo la Chiesa cattolica) si oppongono alle tecniche di PGD?
Per il fatto che per raggiungere l’obiettivo del figlio sano si percorre la strada dell’eliminazione (immediata o differita nel tempo attraverso il non-impianto) di altri figli, magari sani pure loro, visto che l’errore di valutazione è sempre presente in tutte le attività umane.
A scanso di equivoci: non è tanto la tecnica di diagnosi che crea problema, quanto il fatto che da questa diagnosi discenda, per molti embrioni, una “terapia” a base di azoto liquido a tempo indeterminato, per altri l’eliminazione diretta e per alcuni l’impianto.
È abbastanza strano, quindi, che si parli di “diagnosi”: le possibilità che l’embrione venga effettivamente curato per la malattia che gli è stata diagnosticata, infatti, sono molto vicine allo zero.
A meno che, contro ogni logica medica, non si parli di “diagnosi” in riferimento alla madre: la malattia in questione, dunque, non sarebbe la malattia del figlio, ma lo stesso figlio malato. E anche qui, però, la possibilità di terapia si riduce ad una sola: eliminazione del malato (aborto o non-impianto che sia).

Qualcuno, poi, potrebbe intravedere in queste nuove frontiere lo spettro dell’eugenetica. Evidentemente non sto parlando delle espressioni più “fantasiose” di questa tentazione: do per scontato che pochissimi “genitori” selezioneranno il figlio in quanto (probabile) portatore di altezza, capelli biondi e occhi azzurri. Ma, siccome al peggio non c’è limite, sono fantasie che non possono essere prese tanto alla leggera se esistono attualmente nel Mondo leggi che obbligano l’aborto per i secondogeniti femmine oppure se esistono genitori che abortiscono un figlio perché non era sordo come loro.
Il fatto che queste “fantasie”, almeno quelle più “estreme”, siano statisticamente irrilevanti non ci deve far perdere di vista il vero punto: non fosse altro che uno solo, ma almeno un embrione è stato eliminato perché non corrispondeva ad un disegno dei genitori. Stando invece a quanto riportato dall’articolo, la ricerca del “marker” per la trisomia 21 (o altre malattie cromosomiche o genetiche) è un chiaro esempio di eugenetica.
Ancora una volta, a scanso di equivoci: la trisomia 21, come tutte le malattie, non è un bene e, come tale, va possibilmente eliminata o quantomeno contenuta. Altro discorso è la persona Down: come ogni persona è un bene assoluto e, come tale, va sempre rispettata.
Che poi la trisomia faccia più paura agli scienziati che a coloro che la vivono quotidianamente, penso sia esperienza di chiunque abbia avuto a che fare con persone down: ma questo, il fatto che una vita segnata da una grave malattia possa essere vissuta pienamente e gioiosamente, non è un dato scientifico, e ci porterebbe su considerazioni (forse) lontane da queste pagine. Ora: se voglio eliminare una malattia, posso veramente pensare di farlo eliminandone tutti i malati? Oppure dovrò prendere la via, più lunga e dispendiosa, della prevenzione (se esiste) e della ricerca di una terapia?

Il problema maggiore, però, permane la fecondazione in vitro qua talis, a “servizio” della quale si pongono, tra gli altri, i test esaminati nell’articolo. Qui non vi sono scoperte scientifiche che addolciscano la pillola: nascere con metodiche di fecondazione in vitro non è corrispondente alla dignità dell’uomo. Anche se si riuscisse (ma al costo di quanti embrioni?) a perfezionare la tecnica a tal punto da renderla efficiente al 100% (un embrione prodotto, uno impiantato ed un “bambino in braccio”), non si potrebbe parlare di bontà della FIV. Un essere umano è fatto per essere un frutto (dell’amore genitoriale) e non un prodotto (di un Tecnico).
Prof. Leonardo M. Macrobio – Facoltà di Bioetica
[1] Helen Pearson, Safer embryo tests cold boost IVF pregnancy rates, in «Nature» 444 (2 novembre 2006), pp. 12-13.
IVF = In Vitro Fertilization
PGD = Preimplantation Genetic Diagnosis

Friday, November 10, 2006

L'isola del Dottor Moreau diventa realtà ?

Dal mito del minotauro a tentativi di reale orrore per presunti fini terapeutici.

In Gran Bretagna alcuni ricercatori stanno tentando di realizzare ciò che sia la mitologia, sia la scienza, definiscono una “chimera”: un essere ibrido, un embrione da utilizzare per produrre staminali, e poi distruggere in un paio di settimane, prodotto di una fusione tra cellule umane ed ovuli animali, probabilmente bovini.

Questa “sperimentazione”, il cui pretesto sarebbero presunti fini terapeutici, racchiude in sé due aberrazioni: l'idea di produrre e distruggere embrioni a soli fini terapeutici, e l'idea se possibile ancora più folle di ibridare esseri umani ed animali.

Le creazioni letterarie fantastiche di H.G. Wells si sono rivelate purtroppo profetiche, anticipando di un secolo incubi ben più terribili e reali.

Link Ansa
Paolo Centofanti - SRM

Network blog SRM - Test blog

Da oggi, completato il test del blog SRM, è stata attivata la fase di test del network blog SRM.

Sono state attivate alcune pagine specifiche:

Catholic: per seguire costantemente gli eventi, i discorsi e le pubblicazioni del Pontefice e della Chiesa Cattolica su Scienze, Fede e media, e sul rapporto tra Fede e Ragione

Bioethics: biotecnologia, etica, bioetica, cellule staminali, eutanasia e argomenti correlati

Communication and media: selezione e analisi di ciò che appare di importante e rilevante nei media e nella comunicazione