Thursday, September 13, 2007

Embrioni Chimera. La Gran Bretagna autorizza la sperimentazione. Reazioni, critiche e alcune osservazioni di comunicazione

Nei giorni scorsi, in Gran Bretagna, l' HFEA, l'Autorità per la fertilizzazione e l'embriologia, ha autorizzato la ricerca sui cosiddetti “embrioni chimera”, embrioni in cui Dna umano viene in ovociti di mucca, privati del loro nucleo.

Le reazioni



Mons. Elio Sgreccia: un “atto mostruoso contro la dignità umana”


Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Mons. Elio Sgreccia, ha definito la decisione un “atto mostruoso contro la dignità umana”, ed ha affermato la necessità “che la comunità scientifica si mobiliti quanto prima.
Riteniamo che anche questo governo britannico abbia ceduto di fronte alle richieste di un gruppo di scienziati certamente contro la morale”.


Il Centro d'Ateneo di Bioetica dell'Università Cattolica di Milano condanna la sperimentazione, e critica l'uso demagogico dei sondaggi

Dure anche le parole del professor Adriano Pessina, Direttore del Centro d'Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano: “Queste novità segnano un pesante regresso rispetto ai criteri che dovrebbero governare le scelte pubbliche, l’etica della ricerca scientifica e il rispetto della dignità umana”. Per Pessina è anche “particolarmente grave e demagogico” l'uso del sondaggio (v. anche dopo) tra i cittadini inglesi, che, per motivazioni anche di tipo economico, avrebbero approvato e sostenuto la sperimentazione.

Anche il modo in cui tale sperimentazione è stata presentata, garantendo che gli embrioni ibridi verranno sempre distrutti, entro i 15 giorni di vita, è per il professore un modo di ammettere “implicitamente che ciò che viene generato non si sa propriamente a che specie appartenga, e quindi non si sa propriamente chi potrebbe continuarne la gestazione e il parto”. Pessina conclude con l'augurio che “la valutazione non si limiti alla considerazione dei soli aspetti scientifici e procedurali, ma sappia ridare peso alla dimensione etica ed antropologica in essa implicata”

Link Radio Vaticana


Il prof. Francesco D'Agostino: “i formidabili interessi economici che si nascondono dietro questo tipo di decisioni, possono finire per inquinare la bioetica”

Il Prof. Francesco D'Agostino, Ordinario di Filosofia del Diritto e Presidente onorario del Comitato nazionale di Bioetica, ha contestualizzato la decisione britannica agli aspetti pratici, sottolineando quanto siano grandi gli interessi economici dietro le ricerche genetiche, e quindi anche questo tipo di ricerca in particolare, e come essi, trascurando le possibili implicazioni morali, spingano ad oltrepassare limiti accettati, rischiando di “inquinare” la stessa “bioetica, che in realtá dovrebbe essere sempre difesa da queste forme di ipocrisia”.


Maria Luisa di Pietro: una ricerca inutile e rischiosa, un sondaggio non può giustificarla


Il Presidente del Comitato Scienza e Vita, Maria Luisa Di Pietro, Docente di Bioetica alla Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica, ha affermato il proprio stupore per la decisione britannica, e ha stigmatizzato l'utilizzo di un sondaggio effettuato tra la popolazione (v. dopo), per giustificarla; ha anche sottolineato come queste ricerche portino a risultati scientifici non attendibili, e pericolosi: “Si studierebbe una realtà embrionale profondamente alterata, composta da Dna umana e Dna animale, cellule non esistenti in natura, con il rischio del superamento delle barriere tra specie umana e specie animale”.


Angelo Vescovi: una aberrazione inutile


Intervistato da Repubblica, Angelo Vescovi, ricercatore del San Raffaele e dell'Università Milano-Bicocca, nega la validità scientifica di queste ricerche:
“Avremo un embrione ibrido che parla la lingua degli uomini ma è alimentato da una centrale energetica che parla la lingua delle mucche. Mi sembra una complicazione assurda, un'aberrazione”.
“Perchè – prosegue - fare tanta fatica e affrontare tanti problemi per ottenere un modello fallace proprio alle sue fondamenta?».
Per Vescovi “esistono invece strade più promettenti per raggiungere lo stesso obiettivo”, come quelle seguite da “un gruppo di ricercatori giapponesi che ha già dimostrato la serietà dei suoi studi”.

Fonti:
ANSA - Il Sole 24 Ore – Repubblica – Radio VaticanaGazzetta di Sondrio


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