Tuesday, March 27, 2007

La Neuroetica

La Neuroetica

Un articolo della Dr.ssa Adriana Gini *1 *2

Non si preoccupi chi non la conosce, perché la neuroetica è disciplina nuovissima. C'è chi non la riconosce come tale e preferisce considerarla, piuttosto, un nuovo settore della ben nota bioetica.


Tenterò di tracciarne una breve storia.

Il termine neuroetica, in inglese neuroethics, è stato usato per la prima volta durante un convegno organizzato nel maggio del 2002 al Golden Gate Club di San Francisco, in California, dove più di 150 tra neuroscienziati, psichiatri, bioeticisti, filosofi, sociologi, giuristi, politici e un vasto pubblico si erano dati appuntamento per discutere sulle implicazioni delle nuove scoperte delle neuroscienze. Durante il convegno, intitolato: “Neuroethics mapping the field” [1]
, in italiano, “la Neuroetica definisce il suo campo”, gli esperti hanno affrontato vari temi e hanno cercato di “strutturare” la recente disciplina, com’è costume del pensiero razionalista anglosassone. Esaminiamo alcune delle definizioni.

Adina Roskies, filosofa del Dartmouth College of Medicine, nel New Hampshire, Stati Uniti, definisce la neuroetica come l'etica delle neuroscienze e le neuroscienze dell'etica.

William Saffire, opinionista politico del New York Times ed attuale Presidente della Dana Foundation, al quale si deve l'aver coniato questo termine, afferma: “La neuroetica si occupa della valutazione di ciò che è giusto o sbagliato, buono o cattivo circa il trattamento, il perfezionamento o l'invasione indesiderata e la preoccupante manipolazione della mente umana... ha che fare con la nostra coscienza, la nostra identità e pertanto è una questione fondamentale.

Michael Cazzaniga, neuroscienziato, nel suo libro intitolato “The Ethical Brain" [2]
, sostiene: “La neuroetica rappresenta la valutazione del nostro modo di rapportarsi con le implicazioni sociali delle malattie, l'anormalità, la mortalità, lo stile di vita e la filosofia dell’esistenza, conoscendo i meccanismi cerebrali sottostanti”.

Per Judy Illes, Direttrice del Programma di Neuroetica presso il Centro di Bioetica Medica della Stanford University, in California, “ La neuroetica è una disciplina che pone fianco a fianco l'esplorazione e le scoperte nel settore della neurobiologia, con il sistema valoriale umano”.

Non c'è dubbio che questa definizione è da preferire perché si avvicina ad una visione cristiana della vita. Judy Illes ... segue
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*1
La Dr.ssa Adriana Gini è medico Neuro-radiologo, con licenza in Bioetica, ed attualmente è dottoranda di ricerca in Bioetica presso la Facoltà di Bioetica dell'UPRA; la dottoressa Gini ha tenuto una lezione su "Bioetica, Neuroetica e Privacy" (link), l'8 marzo 2007, nell'ambito del Master in Bioetica.

*2
Ha collaborato all'articolo Alfredo Fuentealba Villa, laureando in medicina presso l'Universitá Cattolica de la Santisima Concepcion (Concepcion, Cile).

Monday, March 19, 2007

I Vescovi Usa : l’estrazione di ovuli è sempre pericolosa per la salute delle donne e può portare a forme di sfruttamento commerciale

Deirdre McQuade, direttore della pianificazione e dell’informazione del Segretariato per le Attività Pro-Vita, ha espresso preoccupazione per i “rinnovati sforzi del Congresso per finanziare la ricerca sulle cellule staminali che distrugge gli embrioni nel nome della ricerca di cure”, e per il rischio che tali ricerche possano portare a “creare un elevato numero di embrioni (con FIV o clonazione) solo per la ricerca medica” . In tale ipotesi, molte donne potrebbero finire con l’essere trattate e sfruttate commercialmente “come produttrici di ovuli”, soprattutto tra le classi disagiate.

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Zenit 11.03.07

Thursday, March 15, 2007

Un caso di eutanasia in Spagna. La condanna delle autorità religiose spagnole

Un caso di eutanasia sta dividendo la Spagna. Il 14 marzo scorso, con il distacco del respiratore artificiale, è stata interrotta la vita di Inmaculada Echevarría, sofferente di distrofia muscolare progressiva, da dieci anni immobilizzata nel suo letto. Si è trattato di un caso analogo a quello di Piergiorgio Welby, sia per la controversia nel valutare la sua situazione (per le autorità civili della regione si trattava di un caso di interruzione di accanimento terapeutico, mentre le autorità religiose erano divise), sia per il clamore e l’uso mediatico della vicenda.

Il Cardinale Carlos Amigo Vallejo, Arcivescovo di Siviglia, ha dichiarato che “si è fatto di questo caso un utilizzo ideologico e commerciale da parte di qualche mezzo di comunicazione”.

Anche l’Arcivescovo di Granada, Monsignor Francisco Javier Martínez, ha deplorato la decisione, affermando che è stata una decisione “terribile”, “sbagliata” e che “presuppone una grande sofferenza”.

Il Cardinale Antonio Canizares, vicepresidente della Conferenza Episcopale spagnola, nei giorni precedenti, aveva condannato l’ipotesi di interruzione della respirazione assistita, dichiarando che “L’eutanasia è sempre illegittima è un attentato alla dignità e alla vita umana”

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Zenit

Link RadioVaticana

PC

Monday, March 12, 2007

Gli errori degli aborti "terapeutici"

Un caso recente a Firenze ha dato in questi giorni una drammatica conferma di quanto la pratica dell' aborto "terapeutico", oltre che moralmente inaccettabile, sia scientificamente inattendibile e legata alla indeterminabilità di troppe variabili.

Una coppia, dopo un'amniocentesi al quinto mese di gravidanza, che indicava gravi malformazioni nel feto, ha deciso di praticare un aborto cosiddetto "terapeutico".

Subito dopo l'aborto stesso, all'Ospedale Careggi di Firenze, si è però svelata la realtà: il bambino non aveva alcuna malformazione. L'equipe di medici ha provveduto a rianimarlo (una procedura ordinaria in casi come questi). Il neonato ha lottato per la vita per pochi giorni ed è poi morto. Una commissione ha aperto un'inchiesta sull'accaduto.

Otto e Mezzo (LA7) ha dedicato uno speciale alla vicenda.

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Otto e Mezzo
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Il FoglioIl Corriere della Sera
PC

“Creare una mentalità consolidata e profonda in ordine al fondamentale diritto alla vita”

Umberto Santarelli, in un articolo sull’ Osservatore Romano, del 4 marzo scorso, ha commentato le parole di Papa Benedetto XVI ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita e al Congresso Internazionale "La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita".

Link Zenit

Il Cardinale Tonini: ''La questione bioetica è il problema decisivo per il futuro dell uomo"

Con queste riflessioni, e con particolare enfasi sulle moderne frontiere delle biotecnologie e della ingegneria genetica, e sui rischi connesi, il Cardinale Ersilio Tonini ha chiuso oggi il convegno "Etica e bioetica, il punto sul dibattito”, organizzato a Roma dall’Associazione Coppia e Famiglia 2000.

"Stiamo assistendo a qualcosa di nuovo, un fenomeno di espansione della vita umana. Il compito della Chiesa è mettere in luce le contraddizioni che spesso emergono dal progresso scientifico e medico: il nostro ruolo ci spinge a ribadire la sacralità della vita umana e la centralità della famiglia''

Link Yahoo Notizie

Cellule staminali adulte possono riparare danni cerebrali

Come le cellule staminali embrionali, anche le staminali adulte sono in grado di curare malattie neurodegenerative, riparandone i danni subiti dai tessuti del sistema nervoso e intervenendo anche su altri aspetti di questo genere di patologie.

I risultati, per adesso solo su cavie, sono stati ottenuti dai ricercatori del Burnham Institute for Medical Research di LaJolla, in California.

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ANSA

Sunday, March 11, 2007

Incontro di Studio SRM : Scienza e Fede. Dai Media alla Comunicazione Formativa

Incontro di Studio SRM :
Scienza e Fede
Dai Media alla Comunicazione Formativa

26 marzo 2007, ore 17.30 - 19.30

Link Blog SRM
Link Sito web SRM

"L'abbandono terapeutico"

La Facoltà di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha pubblicato l'ultimo libro del Prof. P. Fernando Fabò, LC, Decano della Facoltà e Direttore del Master in Bioetica : "L'abbandono terapeutico"

"Nell'ambito dell'assistenza sanitaria è urgente capire che non sono la stessa cosa il cliente, l'utente, il paziente e la persona. Infatti la persona non è una cosa, nemmeno un numero, né solo un consumatore. E' alla luce di questo che la considerazione etica dell'azione e dell'omissione e il suo impatto in bioetica, la causalità degli atti umani e il suo rapporto con l'atto medico e la valutazione morale delle scelte dei medici e del personale sanitario, delle famiglie e degli stessi malati, trovano il suo posto. Oggi in ambito sanitario non è una cosa facile uscire dalla incertezza e dalla confusione, purtroppo tante volte fatale.
La tesi dottorale che presentiamo affronta un atteggiamento che comincia ad insinuarsi in ambito bioetico: l'abbandono terapeutico. Abbandono terapeutico che, dalla nostra prospettiva, non è la semplice sospensione o il non inizio di un trattamento o di una terapia che si considera futile o che è respinta o disertata da un paziente. Non si tratta solo di un errore medico o di un danno medico, frutto, del depistaggio o della fretta e, direttamente per lo meno, involontario. Queste realtà sono già contemplate dai codici deontologici e c'è un'abbondante bibliografìa medica ed una consistente giurisprudenza. L'abbandono terapeutico è l'abbandono volontario di un paziente, non solo di una terapia, alla sua propria fortuna, omettendo un'azione terapeutica dovuta."


L'abbandono terapeutico
di P. Fernando Fabò, L.C.
€12
221 p.; I5xl7cm
(Tesi dottorato - Bioetica, 5)
Ateneo Pontificio Regina Apostolorum